martedì 26 aprile 2011

LE SEBADAS, O COME VINCERE FACILMENTE


E' davvero difficile non soddisfare i propri ospiti presentando le seadas alla fine di un pasto. Questo dolce, infatti, è amato sia da chi non predilige cibi troppo elaborati, sia da chi si perde nella ricerca delle sue mille sfumature e contrasti. Chi ha avuto la possibilità di mangiarlo in Sardegna saprà certamente che, se da un lato non è proprio difficile realizzarlo (non stiamo parlando di Cucina Francese!), è altrettanto vero che non si può prescindere dall' uso degli ingredienti originali, come il pecorino di giornata e il miele più puro. Il risultato è legato in maniera imprescindibile alla scelta delle materie prime. La Cucina Sarda in effetti è tutta così: molto semplice, tranne pochi casi, ma intransigente sulla qualità degli ingredienti usati. ....Altrimenti, meglio mangiare pane e formaggio!
In questo aspetto io mi sento profondamente legata alla mia terra: una pietanza va realizzata come comanda la ricetta originale, senza cercare scorciatoie o succedanei. Ciò vale per il cibo sardo come per quello di tutto il mondo.....Altrimenti, meglio pane e formaggio!
La ricetta che ho realizzato mi è stata data da un' amica, Carla M., molto gentile che assieme ad essa mi ha anche recuperato il vero pecorino già fatto inacidire dal pastore. Come dire che il 90 % è già fatto.
Ed ora ecco la ricetta:
per la sfoglia
  • 500 g di semola rimacinata finissima
  • 100 g di strutto
  • 1 uovo
  • acqua qb
per il ripieno
  • 500 g di formaggio pecorino frechissimo
  • scorza gratuggiata di un limone
  • scorrza gratuggiata di un' arancia
  • semola, se occorre
per guarnire
  • miele purissimo
  • zeste di limone e arancia
Procedimento
Tre giorni prima di doverlo utilizzare per le seadas, lasciare il formaggio a T° ambiente appeso ad un canovaccio pulito in modo che inacidisca al punto giusto.
Preparare la sfoglia lavorando la semola con l' uovo e la poca acqua che serve a compattare l' impasto e incorporare lo strutto a piccole porzioni. Deve risultare una massa già un pò liscia e non troppo molle. Avvolgerla nella pellicola e lasciarla riposare.
Preparare il ripieno passando il formaggio con un passaverdure o tritandolo finemente e facendolo fondere in una casseruola a fondo spesso e antiaderente fino ad ottenere una massa fusa e filante. Rovesciare il formaggio su di un piano in granito (o simile) e stenderlo in uno strato spesso 3 mm circa con la punta delle dita o con una spatola di plastica, aspettare che solidifichi e tagliarlo in dischi con un coppapasta. N.B.: la dimensione del disco di formaggio deve essere almeno 2 cm inferiore rispetto alla dimensione finale della seada. Far fondere i ritagli e procedere nuovamente a stendere e tagliare.
Tirare la sfoglia sottilissima (spessore "2") dopo averla passata più volte a spessori più grossi. La sfoglia va lavorata bene per permetterle di fare le bolle in frittura.
Disporre i dischi di formaggio sulla sfoglia distanziandoli opportunamente e ricoprirli con un' altra sfoglia. Cercare di eliminare l' aria premendo leggermente con la mano e tagliare la seada con sa sarretta (rotellina dentellata), aiutandosi con un coppapasta per ottenere un cerchio perfetto.
Le seadas possono essere tenute da parte e fritte in giornata, oppure possono essere congelate sistemandole tra fogli di carta forno e chiudendole in buste da frezeer. Possono essere fritte anche congelate, ma occorre stare attenti alla temperatura dell' olio. Le seadas  devono risultare dorate e ricoperte di bollicine, mentre il loro ripieno deve essere fuso e cremoso.Passarle su carta assorbente per eliminare l' eventuale unto e disporle nei piatti di servizio.
Riscaldare il miele in una padellina assieme alle zeste degli agrumi per qualche minuto e cospargere con esso la seada senza essere troppo avari né troppo generosi.
Le seadas vanno mangiate subito accompagnandole con un buon vino moscato.